Innovativa, tecnologica, stimolante e remunerativa per le nuove generazioni. Sicuramente non monotona. La professione di Geometra ha resistito alle crisi grazie alla resiliente capacità di adattamento al nuovo contesto economico e all’innovazione delle proprie competenze e dei propri ambiti di intervento.
Lo dimostrano due ricerche, una condotta dall’Università degli Studi di Genova (*) su dati statistici – forniti dalla Cassa Geometri – relativi all’evoluzione del fatturato e dei redditi dei geometri in un arco temporale compreso fra il 2006 ed il 2016 – arricchita da 17.857 risposte ad un questionario mirato – e una sull’identità e sul futuro della professione realizzata dal Future Concept Lab di Milano (**), presentate a Roma durante l’evento “Valore Geometra”, organizzato dal Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, dalla Cassa Italiana Previdenza ed Assistenza Geometri liberi professionisti e dalla Fondazione Geometri Italiani.
La ricerca dell’Università di Genova dimostra che la professione del geometra nell’arco degli ultimi 10 anni ha saputo affrontare le difficoltà, in particolare la crisi del settore edilizio, modificando la tipologia di servizi offerti, esaltando la propria figura di professione polifunzionale e molto orientata alla consulenza. Oggi il geometra svolge attività diverse dal passato, non solo pratiche catastali (in media 3 punti percentuali, dal 48,1% al 45,6%), più certificazioni energetiche (in media quattro volte in più nel 2016 rispetto al 2006) ed acustiche, rilievi architettonici, direzione lavori, fino alle dichiarazioni di successione e alle pratiche fiscali e burocratiche. E l’interlocutore non è più solo la PA, ma i condomìni, le imprese, gli Enti territoriali, privati e l’autorità giudiziaria. La figura del geometra, con la sua formazione multidirezionale, appare quindi particolarmente adatta alla nostra epoca, in cui, più che un “saper fare”, si chiede spesso un “saper imparare”.
Non a caso, il geometra ha conservato mediamente un livello di fatturato superiore al Pil pro capite italiano. Infatti, nei 10 anni, a fronte di un Pil pro capite italiano di 27.027 euro, il fatturato del geometra è stato il 31.832 euro con una differenza media di 4.805 euro in favore dei geometri.
Tuttavia questi trend si differenziano in base alle macro aree territoriali.
Per quanto concerne il livello di reddito, dalla ricerca emerge come il 60% del campione ritenga il reddito del 2016 non inferiore a quello dell’anno precedente, guardando, quindi, anche al futuro con ottimismo.
E probabilmente è decisiva questa tenuta dei fatturati nell’orientamento alla professione dei giovani. Ai giovani geometri va il primato dell’emancipazione dalla famiglia: la metà del campione degli under 35 analizzati è economicamente indipendente e può permettersi di vivere da solo (10,6%) o con un nuovo nucleo familiare (39%), mentre a livello nazionale, quasi due giovani su tre (il 67,3%) sono ancora a casa.
[Articolo di Massimo Pittarello] - Roma, 20 aprile 2017